domenica 2 dicembre 2007

Piccolo repertorio di espressioni e detti latini d’uso comune



· Ab absurdo (opp. ex absurdo).
  Espressione usata nelle cosiddette dimostrazioni “per assurdo”.

· Ab aeterno.

  Di cosa che dura da tempo immemorabile.

· Ab imis.

  Dalle basi; dalle fondamenta; totalmente.

· Ab ovo (da Orazio).

  Rifarsi alle origini, agli inizi.

· Ad augusta per angusta.

  Le conquiste richiedono sacrificio.

· Ad hoc.

  A proposito.

· Ad honorem, oppure honoris causa.

  Designano lauree o riconoscimenti conferiti per meriti speciali.

· Ad interim. Detto di cariche o nomine provvisorie.

· Ad libitum. A piacere, a volontà.

· Ad litteram. Alla lettera; detto di traduzioni, relazioni, ecc.

· Ad usum Delphini.

  Espressione applicata a libri, versioni, spiegazioni, ecc., concepiti in funzione di una determinata tesi.

· Age quod agis. 

  Un invito a compiere bene il proprio dovere presente.

· Agenda.

  Il libretto in cui si annotano “le cose da fare”.

· A latere.

  Espressione usata per designare magistrato affiancato a presidente di tribunale, e, per estensione, persona affiancata ad un’ altra in particolari funzioni.

· Alea iacta est (da Svetonio).

  La frase di Cesare è applicata a decisioni supreme e risolutive.

· Alter ego.

  Detto di chi fa le veci o sostituisce una persona.

· Alias.

  Usato davanti a pseudonimi nel significato di “altrimenti detto”.

· Alibi.

  Termine usatissimo nel linguaggio poliziesco e giuridico.

· Ante litteram.

  Riferito a caratteri anticipatori di fenomeni storici posteriori.

· Ars longa, vita brevis.

  L’uomo singolo, data la brevità della vita, non può raggiungere la perfezione nell’arte.

· Asinus asinum fricat.

  Detto degli ignoranti che si adulano fra loro.

· Audaces fortuna iuvat.

  Variazione del virgiliano Audentes fortuna iuvat.

· Aurea mediocritas (Orazio).

  E’ il principio del giusto mezzo.

· Bis dat qui cito dat.

  Un invito a essere tempestivi nell’aiutare.

· Brevi manu.

  Nel significato di “direttamente”, “personalmente”, e detto di oggetti o denari consegnati in modo diretto, senza formalità.

· Bus.

  Abbreviazione di omnibus usata nel senso di autobus e come suffisso di termini composti indicanti mezzi di trasporto (filobus, aerobus, ecc.).

· Caput mundi, caput orbis.

  Appellativi di Roma.

· Carmina non dant panem.

  Riferito all’esercizio della poesia.

· Carpe diem ( Orazio).

  Un invito a godere con misura il presente, senza preoccuparsi del domani.

· Casus belli.

  Azione che provoca una guerra. Nei rapporti comuni, è la illogica esagerazione di un fatto, che porta a una rottura.

· Cave canem.

  Gentile avviso, oggi per lo più abbandonato, con cui si usava avvertire gli estranei della presenza del cane di guardia.

· Cedant arma togae (Cicerone).

  Esortazione a deporre le armi, per riprendere l’operosa vita pacifica.

· Ceteris paribus.

  “A parità delle altre condizioni”: formula contrattuale.

· Cicero pro domo sua (Cicerone).

  Applicato a chi esagera nel difendere i propri interessi.

· Cogito, ergo sum (Cartesio).

  Principio fondamentale del pensiero filosofico cartesiano.

· Coram populo (Orazio).

  Usato per significare “alla presenza di tutti”.

· Corpus.

  Designa una raccolta di testi, opere, leggi, ecc.

· Crucifige (Vangelo).

  Nell’espressione “gridare al crucifige”, è usato quando si dà addosso a qualcuno.

· Curriculum vitae.

  Indica l’insieme degli studi, attività, opere, ecc. di una persona.

· Da ubi consistam (da Archimede).

  Applicato a chi cerca un punto d’appoggio, o i mezzi per eseguire un’impresa.

· De cuius.

  Nel linguaggio giuridico indica la persona (“il de cuius”) di cui tratta la causa.

· De facto.

  Nel significato di “in realtà”, “di fatto” (in contrapposizione a de iure) per indicare cosa o azione che si presenta con la forza di una vera sanzione giuridica.

· Deficit.

  Usato per designare la “mancanza” di attivo in un bilancio.

· De gustibus non est disputandum.

  Usato per sottolineare la libertà di preferenze, gusti, opinioni, ecc.

· De iure.

  Nel significato di “secondo la legge”, “conforme al diritto”.

· De lana caprina (Orazio).

  Detto di questioni oziose e capziose.

· De visu.

  “Personalmente”, “coi propri occhi”.

· Deo gratias! (Liturgia cattolica).

  Espressione usata per esprimere soddisfazione, sollievo, ecc.

· Deus ex machina.

  Detto di chi sa trovare soluzioni ingegnose in situazioni complicate.

· Divide et impera.

  Designa la politica di dominio, che alimenta e sfrutta le discordie interne di chi si vuol dominare.

· Do ut des.

  Espressione usata per un’azione vantaggiosa a terzi compiuta con l’esplicita condizione di un adeguato contraccambio.

· Dulcis in fundo.

  Indica il colmo d’una serie di contrattempi.

· Dura lex, sed lex.

  Per quanto dura, la legge va rispettata.

· Ecce homo! (Vangelo).

  Detto di persona fisicamente mal ridotta.

· Errare humanum est.

  Detto di quando si vuole attenuare un errore commesso.

· Errata corrige.

  Elenco di errori tipografici con le correzioni inserito in un testo.

· Est modus in rebus (Orazio).

  Per indicare che c’è un limite, una misura nelle cose.

· Ex abrupto.

  “Improvvisamente”, senza preparazione preventiva, ecc.

· Ex aequo.

  Usata nel significato di “a pari merito”, nel conferimento di premi, ecc.

· Ex cathedra.

  Detto ironicamente di chi impartisce lezioni con alterigia e distacco.

· Excerpta.

  Brani di un’opera pubblicati separatamente.

· Excursus.

  Usato con valore di “digressione”.

· Ex dono.

  Per indicare un oggetto (specie opere d’arte, libri) ricevuto in dono.

· Exempli gratia oppure Verbi gratia.

  Serve ad introdurre un esempio.

· Exequatur.

  Designa un decreto con cui uno Stato riconosce un atto di governo straniero nel proprio territorio.

· Ex noto.

  Usata nel significato di “da capo”, “di sana pianta”.

· Ex professo.

  Ha il significato di “volutamente”, “di proposito”.

· Ex voto.

  Oggetto offerto ad un santuario per grazia ricevuta.

· Ex ungue leonem.

  Applicato quando si riconosce un prepotente dalle sue angherie, oppure quando si individua un artista da pochi accenni o da pochi tratti.

· Faber est suae quisque fortunae (Appio Claudio Cieco).

  Ognuno è arbitro del proprio destino.

· Factotum.

  Unione di fact totum; detto ironicamente di chi fa o vorrebbe fare tutto.

· Facsimile.

  Unione di fac simile; indica esatta riproduzione di un documento o altro.

· Festina lente.

  Riprodotto dal proverbio italiano: “Chi va piano, va sano e lontano”.

· Finis corona opus.

  Una cosa è perfetta solo se è condotta a termine.

· Forma mentis.

  Espressione che indica il modo personale di considerare le cose.

· Frangar, non flectar (Orazio).

  Applicato a chi è incrollabile nei propri principi.

· Gratis oppure Gratis et amore Dei.

  Detto di cosa data o ricevuta senza spesa.

· Gutta cavat lapidem.

  Riprodotto dall’italiano: “Chi la dura la vince”.

· Habitat.

  Voce verbale (3a pers. sing. pres. indic.) usata come sostantivo per designare un ambiente o un insieme di condizioni ambientali.

· Habitus.

  Usato nel significato di comportamento, abitudine, carattere congenito.

· Hic manebimus optime (T. Livio).

  Detto per esprimere particolare soddisfazione di trovarsi in una località, situazione o altro.

· Hodie mihi, cras tibi.

  Usato per indicare la morte e soprattutto per alludere a difficoltà che attendono a sua volta una persona.

· Homo homini deus (Cecilio).

  Una definizione del divino nell’uomo.

· Homo homini lupus (Plauto).

  Definizione dell’egoismo umano.

· Homo sapiens.

  Denominazione della specie umana, nella classificazione di Linneo.

· Homo sum, nihil humani a me alienum puto (Terenzio).

  Definizione della solidarietà umana.

· Humus.

  Indica il sostrato di una realtà sociale, culturale, ecc.

· Ilico et immediate.

  Usato col significato di “sull’istante”, “immediatamente”.

· Imprimatur.

  Formula (che significa “si stampi”) esprimente l’autorizzazione ecclesiastica per la stampa di un libro. Per estensione, usata anche ad indicare un’approvazione a procedere di una qualsiasi autorità.

· In cauda venenum.

  Applicato ad elogi e lodi che finiscono con un velato rimprovero.

· Incipit.

  Usato per designare l’inizio (l’incipit) di opera letteraria, musicale, discorso, ecc.

· In dubio pro deo.

  Un invito alla generosità quando mancano norme precise o sicuri elementi di giudizio.

· In extremis.

  Usata per designare gli “ultimi momenti”, la fine di un periodo, della vita, ecc.

· In fieri.

  Locuzione usata per designare qualcosa in via di formazione.

· In illo tempore.

  Usato per alludere scherzosamente a tempi lontani.

· In medio stat virtus.

  Una definizione dell’equilibrio morale.

· In pectore.

  Espressione usata per indicare idea o decisione maturata da tempo senza essere stata esternata.

· In primis oppure In primis et ante omnia.

  Usato quando si vuole dare l’assoluta precedenza ad un argomento.

· Inter nos.

  Usato quando si fa una confidenza.

· Interim.

  Usato per designare carica, funzione o ministero di durata provvisoria in attesa di nomina di nuovo titolare.

· In vino veritas.

  L’uomo alticcio o brillo spiffera segreti e confidenze.

· Ipse dixit.

  Applicato ironicamente a chi sentenzia o comanda con boria.

· Ipso facto.

  Espressione giuridica, usata comunemente nel senso di “nel medesimo momento”, “sull’istante”.

· Iter.

  Nel linguaggio burocratico significa procedura, e designa il cammino di pratiche e leggi sino alla approvazione.

· Ius gentium.

  Indica il Diritto internazionale.

· Labor limae.

  Designa la cura formale nello scrivere.

· Labor omnia vincit improbus (Virgilio).

  Elogio del lavoro tenace.

· Lapsus linguae.

  Si definiscono così involontari errori di pronuncia, o parole senza senso sfuggite per distrazione.

· Latet anguis in herba (Virgilio).

  Usato quando si denuncia un pericolo occulto.

· Laudator temporis acti (Orazio).

  Applicato a chi si rivela conservatore e tradizionalista intransigente.

· Legenda.

  E’ la didascalia unita a grafici o altro che spiega la lettura (“le cose da leggere”) dei segni convenzionali usati.

· Longa manus.

  Applicato a chi appoggia qualcuno o esercita grande influsso senza apparire.

· Lupus in fabula.

  Usato al comparire della persona di cui si sta parlando.

· Manu militari.

  Espressione giuridica che indica il ricorso alla forza militare.

· Mare magnum.

  Usato per indicare grande quantità unita a grande confusione.

· Maxima debetur puero reverentia (Giovenale).

  Un invito al rispetto della personalità del fanciullo.

· Maximum.

  Nel linguaggio economico-giuridico significa “prezzo massimo”, “concessione massima”.

· Mea culpa (Liturgia cattolica).

  Nella frase “recitare il mea culpa” è applicato a chi fa una ritrattazione, o ammette il proprio errore.

· Melius (est) abundare quam deficere.

  Usato per giustificare il sovrabbondare in qualcosa (relazioni, firme, cautela, provviste, ecc.).

· Mens sana in corpore sano (Giovenale).

  L’efficienza intellettuale è legata a quella fisica.

· Minus habens.

  Usato nel linguaggio clinico con valore di “minorato”.

· Modus vivendi.

  Espressione del linguaggio diplomatico che indica un rapporto, una condizione transitoria e accettabile in attesa di meglio.

· More solito.

  Locuzione col valore di “secondo il solito”, e usata per lo più in senso ironico.

· Motu proprio.

  Decreto emanato da una autorità di propria iniziativa.

· Mutatis mutandis.

  “Fatti i debiti mutamenti”, “fatte le necessarie correzioni”, la sostanza d’una cosa resta invariata.

· Natura non facit saltus (Leibniz).

  Significa che nell’ordine naturale tutto è progressivo.

· Nemo propheta in patria.

  Si applica a chi non riscuote successo o credito nel proprio ambiente.

· Non plus ultra.

  Usato per indicare il massimo di qualcosa, specie nel campo della finezza, dell’eleganza, dell’arte.

· Nihil sub sole novum (Bibbia).

  Indica l’invariabilità delle vicende della vita.

· Nondum matura est; nolo acerbam sumere (Fedro).

  Riprodotto dal proverbio italiano: “Quando la gatta non può arrivare al lardo, dice che è rancido”.

· Non multa, sed multum (Quintiliano).

  Un invito a fare bene, piuttosto che molto e male.

· Non omnia possumus omnes (Virgilio).

  Indica i limiti e le capacità individuali.

· Non scholae sed vitae discimus (Seneca).

  Esprime la vera finalità dello studio.

· Nosce te ipsum.

  Famoso e sempre valido invito a conoscere i limiti della natura umana.

· Nulle dies sine linea (Plinio il Vecchio).

  La perfezione si ottiene con un esercizio paziente e continuato.

· Oderint, dum metuant (Accio in Cicerone).

  Si applica a governanti tirannici che basano il potere sul timore.

· Omissis.

  Formula (abbreviazione di ceteris omissis) usata in riproduzioni di documenti, sostitutiva di parole non ritenute essenziali.

· Omne tulit punctum, qui miscuit utile dulci (Orazio).

  Una famosa definizione dello scrittore perfetto, che è colui che unisce l’utile al dilettevole. Comunemente si usa per indicare azione, attività, che all’aspetto pratico congiunge quello dilettevole.

· Omnia vincit amor (Virgilio).

  L’amore non conosce ostacoli.

· Omnium.

  Designa una corsa aperta ad atleti di ogni categoria.

· Ope legis.

  Quando si fa un’azione col sostegno della legge.

· Opera omnia.

  Così si definisce la pubblicazione completa di “tutte le opere” di un autore.

· Optimum.

  Usato per designare la condizione migliore in un dato campo.

· Tempora, o mores! (Cicerone).

  Espressione usata da chi deplora, per lo più scherzosamente, i costumi del presente.

· Pacta servanda sunt.

  Famosa clausola del diritto internazionale.

· Panem et circenses (Giovenale).

  Usato per alludere alle masse quando dimostrano di far consistere la vita nei soli problemi materiali e negli spettacoli sportivi.

· Parturiunt montes: nascetur ridiculus mus (Orazio).

  Detto di chi delude, dopo aver fatto grandiose promesse.

· Parva, sed apta mihi (Ariosto).

  Un affettuoso elogio della propria casa.

· Passim.

  Espressione usata da compilatori e commentatori in sostituzione di passi a cui rimandano il lettore.

· Post nubila Phoebus.

  Nella vita ai giorni tristi succedono i giorni sereni.

· Primum movens.

  Usato nel significato di “causa prima”.

· Primus inter pares.

  Detto di chi esercita il comando senza farne sentire il peso, in uno spirito di cordiale collaborazione.

· Probiviri.

  Persone di prestigio costituenti un collegio in società o istituzioni, con funzioni di giudici.

· Pro bono pacis.

  Si dice quando si addiviene a soluzione conciliante “per amor di pace”.

· Pro capite.

  Usato col significato di “a testa”, “per ciascuno”.

· Pro loco.

  Designa un ente locale con scopi turistici, culturali, artistici, ecc.

· Pro forma.

  Locuzione che ha il significato di “per pura formalità”, e “in via provvisoria”.

· Pro memoria.

  Si definiscono così appunti, note, per ricordare o fare ricordare nei particolari un fatto o altro.

· Prosit.

  Formula augurale del brindisi.

· Punctum dolens.

  Usato in luogo di “punto dolente” per indicare l’aspetto critico, scabroso, di una situazione o altro.

· Qualis pater, talis filius.

  Usato quando si ritrovano nei figli i difetti dei genitori.

· Quod erat demonstrandum.

  Formula conclusiva di problemi e teoremi.

· Quod erat in votis (Orazio).

  Usato quando si realizza un auspicio od una previsione. Con est (al posto di erat) per esprimere un desiderio.

· Quorum.

  Espressione del linguaggio parlamentare, che indica il numero minimo di voti necessari per una elezione.

· Quos ego... (Virgilio).

  Espressione reticente, indicante oscura minaccia di prossimo castigo.

· Quot capita, tot sententiae.

  Modifica del terenziano Quot homines tot sententiae, che indica che ciascuno la pensa a modo suo.

· Raptus.

  Usato nella terminologia della medicina e della psicologia, per designare impulso subitaneo.

· Rara avis.

  Espressione applicata a persona fornita di doti eccezionali.

· Rari nantes in gurgite vasto (Virgilio).

  Applicato a quei pochi che, in un disastro (economico, scolastico, ecc.), hanno saputo mantenersi a galla.

· Redde rationem (Vangelo).

  Usato nel significato di “resa dei conti”.

· Relata refero.

  Usato per sottolineare che non si tratta di informazioni personali.

· Repetita iuvant.

  Usato per rendere accetta una ripetizione o per sottolinearne l’utilità.

· Res nullius.

  Definisce l’inesistenza di diritto di proprietà.

· Semel in anno licet insanire.

  Riferito al carnevale, ma anche usato in casi di inconsueta euforia.

· Sic itur ad astra (Virgilio).

  La gloria, il successo, sono frutto di perseveranza e di sacrifici.

· Sic transit gloria mundi (Imitazione di Cristo).

  Amara osservazione espressa in occasione della morte di grandi personaggi o a proposito di sconfitte e insuccessi che segnano la fine dei trionfi.

· Sine causa.

  Locuzione legale, che significa “senza motivo”.

· Sine die.

  Espressione del linguaggio giuridico e diplomatico che esprime un rinvio a data da destinarsi.

· Sine qua non (sott. condicio).

  Locuzione legale e giuridica, per significare che senza l’osservanza di una condizione essenziale espressa, l’atto o il contratto non è valido.

· Sit tibi terra levis.

  Epigrafe sepolcrale.

· Spes ultima dea.

  La speranza è l’ultima ad abbandonare l’uomo.

· Statu quo.

  Dell’uso diplomatico e comune, per indicare una permanenza nelle condizioni precedenti.

· Sub condicione.

  Nel senso che si fa qualcosa sotto condizione.

· Sub iudice ( lis est ) (Orazio).

  Riguarda questioni controverse, non ancora risolte.

· Summus ius, summa iniuria (Cicerone).

  L’eccessivo legalismo si tramuta in ingiustizia o diventa strumento di tirannia.

· Sursum corda! (Liturgia cattolica).

  Comunemente usato come esortazione a farsi animo per chi è afflitto.

· Tabula rasa.

  Usato nell’espressione “fare tabula rasa” col significato di eliminare tutto o tutti.

· Temporibus illis.

  Usato scherzosamente per alludere a tempi lontani.

· Terminus a quo...

  Espressione che indica il punto di partenza, di inizio, di un avvenimento, discorso, ecc.

· Terminus ad ( ante ) quem.

  Indica tempo o data prima di cui è avvenuto un fatto.

· Tot.

  Usato nel senso di “tanto”, “tanti”, per riferirsi a numero o quantità imprecisati.

· Toto corde.

  Usato quando si vuole esprimere adesione piena e incondizionata.

· Transfert.

  Termine (propriamente 3a pers. sing. indic. pres. di transferre) usato in psicanalisi, che indica il passaggio di uno stato affettivo da una persona ad un’altra.

· Ubi maior, minor cessat.

  Il problema più grave deve avere precedenza su quello di minore importanza.

· Ultima ratio regum.

  I potenti, sovente, suppliscono con la forza gli argomenti della ragione.

· Ultimatum.

  Intimazione perentoria, con minaccia di rottura dei rapporti, se non si accoglieranno le richieste.

· Una tantum.

  Retribuzioni, premi, compensi, ecc., riconosciuti in via straordinaria, “per una volta soltanto”.

· Vademecum.

  Unione di vade mecum. Designa un prontuario con notizie utili.

· Vae victis! (Livio).

  I vinti sono alla mercé del vincitore.

· Vanitas vanitatum et omnia vanitas (Bibbia).

  Una ascetica visione della vita e del mondo.

· Verba volant, scripta manent.

  Citato come un invito a far mettere per iscritto dichiarazioni in modo che siano documentabili, oppure come un invito alla prudenza nello scrivere dichiarazioni o altro.

· Veritas odium parit (Terenzio).

  Sovente la verità non è gradita.

· Via Crucis (Liturgia cattolica).

  Usato figuratamente per alludere a gravi sofferenze e avversità.

· Videant consules...

  Espressione usata per significare che, sperimentati invano tentativi personali, si attende dalle superiori autorità la soluzione di una situazione complessa.

· Vis comica.

  Designa il brio umoristico di un attore, di una commedia.

· Volenti non fit iniuria.

  Principio di giurisprudenza, che stabilisce che chi consente perde il diritto di muovere lagnanze.

· Vox populi, vox Dei.

  Usato per significare che la voce della maggioranza esprime la ragione giusta.

1 commento:

gardenearley ha detto...

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